sabato 12 marzo 2011

Gara d'appalto

Gavino cominciò così a corteggiare Gisella, ma non fu semplice avvicinarla, poiché ogni donna ha le sue pretese e lei era una di quelle che pretendeva tanto... Il Melis si adattò alle condizioni dettate da Gisella, uscivano tutte le sere a passeggiare, ma in compagnia del fratello Carlo di tredici anni, andavano anche a qualche festa in casa, ma sempre con Carlo dietro. Con orgoglio Gisella portava a spasso il suo trofeo di caccia. La signorina Agostina, persona di chiesa, una mattina la chiamò e la mise in guardia dicendole:
-Tutti gli uomini sono traditori, si levano il capriccio e poi ti lasciano, belli e soddisfatti. Stai attenta, se no ti finisce come a Marianna Laudani e il paese è piccolo e rischi di rimanere sulla pancia a tua madre.
-Signorina Agostina, ma voi state scambiando l’oro con il piombo, io femmina onesta sono!
-Ah, sì? Per questo l’altra sera ti hanno vista che ti baciavi con il militare sotto casa tua? E’ vero che i baci non fanno pertugi, ma fai mettere il tuo nome sulla bocca di tutti, non è un disonore per tua madre?
Gisella si vide scoperta, chi poteva averla scorta in quell’unico momento di effusione lontano dall’occhio vigile di Carlo?
-Signorina Agostina, in questo paese la gente è maligna.
-No bedda, la genti è veru jè maligna, ma nenti fari ca nenti si sapi! Ascolta una che è nata prima di te. Metti il giovanotto con le spalle al muro e fidanzatevi ufficialmente. Le femmine oneste così fanno e non vergogne per la strada...
Scusami se ti dico queste cose, ma è solo per il tuo bene. La fimmina nun po’ jessiri cuamu na’ cantunera, ca’ ogni cani ca’ passa ci piscia!

Nessun commento:

Posta un commento