giovedì 6 gennaio 2011

La bara

"Quando morirò voglio essere messa nella bara di ciliegio, quella con il basso rilievo dell’Ultima Cena. Mi raccomando, Crocifissa, non sbagliare!
-Calcedonio, e chi ti dice che tu morirai prima di me? Può essere che io, muoia prima di te!
-E sì, sì, se muori prima di me, cosa vuoi che io faccia per te?
-Intanto vorrei che mi vestissi con il tailleur nero, quello che ho indossato al matrimonio di Maddalena.
-Ma, Maddalena si è sposata dieci anni fa, ti starà ancora?
-Mi starà, mi starà e se arrivo a morire vuol dire che mi sono ammalata gravemente e, se sono gravemente ammalata, non mangerò e perciò dimagrirò tanto e allora mi starà, mi starà. Poi voglio la veletta nera quella che mi metto la domenica mattina per andare a messa e la corona del rosario, quella di vetro che mi ha regalato la zia Letterina, va bene?
-Sta bene Crocifissa e la cassa quale?
-La cassa vorrei che fosse quella in legno massello con la Madonna Addolorata, la corona di spine e i manici bronzati.
-Va bene Crocifissa, sarà fatto.
-Ah, mi scordavo: le calze, le calze devono essere nere velate, anzi velatissime, perché con il tailleur ci vogliono quelle. E senti una cosa Calcedonio, però non farne parola con nessuno: mi potresti mettere un po’ di cipria dopo che muoio? Sai com’è... per sembrare più sistemata!
-Va bene, va bene! Però queste cose Crocifissa li dovresti tenere in vista, perché se fra cento anni dovesse capitare una cosa del genere io non posso certo mettermi a cercare nel guardaroba il tailleur, le calze, e la veletta!  
-Va bene, Calcedonio, sarà fatto.
-E senti, le mani non le vorrei messe sul petto come un angiolo, ma le vorrei giunte, va bene?
-Sta bene Crocifissa, sta bene.
-Poi vorrei che la Santa Messa la celebrasse padre Gattuso e non quello nuovo. Quello è troppo giovane e non mi lascia contenta. Padre Mirabile invece è troppo sbrigativo. E mi raccomando la musica, la banda deve esserci e deve suonare la marcia FIORE CHE NON MARCISCE e poi, Calcedonio, fai un’altra cosa: portati un lapis e segnati chi viene e chi non viene al mio funerale.
I coniugi Messina erano molto anziani e nella loro lunga e onorata carriera di cassamortari avevano visto morire un bel po’ di gente a Parìa: nobili, poveri, ricchi, donne, bambini e tantissimi anziani. Questi erano i discorsi allegri che facevano all'ora di pranzo...".

tratto dalla novella di Salvina Vilardi "La bara"


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